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Quali terapie complementari e supplementi possiamo prendere

La malnutrizione (che si espleta come deficit di proteine, Zinco, ferro, vitamine A, C ) è una delle cause primarie di deficienza immunitaria ( quella innata che attacca i nuovi agenti infettivi) e di morte: purtroppo la stessa cosa accade nella maggior parte della popolazione che utilizza cibi processati e raffinati ( l’obesità ne è un triste rappresentante, anche se non sembra rientrare nei casi di malnutrizione).

Fermo restando la nutrizione discussa nel capitolo relativo, possiamo prendere in considerazione l’ uso di supplementi che possono accompagnare una strategia di potenziamento del SI. Nella mia pratica clinica di Medicina Funzionale, consiglio la somministrazione sublinguale perché nello stomaco possono esserci condizioni di alterato pH e quindi l’ assorbimento non è costante né prevedibile ( gastriti croniche, uso di PPIs, antiacidi).

I più utili- nel caso delle infezioni virali-sono a) un multivitaminico e multiminerale, b) la vitamina C: 1-2 grammi al giorno a stomaco vuoto: , c) Vitamin D3: 1000-4000 IU al giorno oppure la forma liquida di D3, d) Zinco: 20 mg al giorno, e)  Quercetina ascorbato: ¼ di cucchiaio due volte al giorno oppure quercitina con ortica ( sotto forma di tè), f) Melatonina: 1-2 mg la sera, a rilascio lento, g ) Probiotici

Per potenziare il sostegno immunitario: a) la NAC ( N-acetil cisteina):  600 mg due volte al giorno, b) l’acido alfa-lipoico: 100 mg due volte al giorno, c) terapia alle erbe: a) la curcuma, b) la carmantina o andrographis, c) il sambuco, d) l’astragalo

    Anche gli estratti di funghi- come discusso nel capitolo sui vegetali- come il reishi, il matake, ll shiitake, il cordiceps, la coda di tacchino ( coriolus versicolor): hanno proprietà di sostegno al SI, inoltre può essere utile anche cucinare i cibi con i funghi medicinali come il shiitake.

Sostegno all’ intestino: si possono utilizzare le immunoglobuline come il colostro o  transfer factor.

La Società Internazionale di Medicina Ortomolecolare ( ISOM: https://isom.ca/ ) già nel Gennaio 2020 aveva diffuso l’ informazione che l’ uso della vitamina C in modo esteso nelle primissime fasi dell’infezione virale avrebbe potuto rallentare o bloccare la pandemia. Altri dati clinici vengono da medici cinesi che hanno trattato con successo la malattia virale. Nel quadro di polmonite acuta la dose ospedaliera è stata spinta fino a 24 grammi al  giorno in vena. Le dosi raccomandate nella prevenzione sono  di 3 grammi al giorno di Vitamina C in dosi frazionate, oppure dosaggi di 10.000/12.000 UI in vena in presenza di sintomi, insieme a 2000 UI di vitamina D. Quest'ultima nelle prime due settimane dovrebbe essere presa al dosaggio di 5000 UI al giorno ( cibo a contenuto di D: uova da galline ruspanti, pesce fresco non da allevamento, soja organica e funghi).

Ricordo che la vitamina C ha un’azione anti-ossidante e antiinfiammatoria, oltre a migliorare la funzione polmonare ed endoteliale.

Rafforzanti il SI sono anche il Magnesio, 400 mg al giorno ( sotto forma citrato, malato, chelato).

         La vitamina D  ( livelli sui 50 ng /ml: 2000/5000 UI / die di D3 specie in inverno) ) riduce il rischio di infezioni respiratorie  acute virali con riduzione delle citochine e quindi della pericolosa “ tempesta citochinina” che porta a morte nell’ infezione da COVID-19 ( come pubblicato in una meta-analisi sul BMJ).La maggiore fonte di questo ormone, oltre alla catena metabolica che si attiva nella cute, poi fegato ed infine reni ( a seguito dell'esposizione al sole) è il famoso olio di fegato di merluzzo.

                Recettori alla vitamina D ( VDR) oltre che nello scheletro (la forma attiva, 1,25 Vit.D agendo nell'intestino stimola il riassorbimento del calcio e nell'osso promuove la differenziazione degli osteoblasti e la calcificazione della matrice ) e nell' intestino, sono presenti anche nel midollo osseo, nel cervello, nella mammella e in cellule cancerose, come pure nelle cellule immunitarie. Bassi livelli di vitamina D sono associati ad una maggiore frequenza di infezioni respiratorie acute nel tratto superiore sia di natura virale che batterica ( stimola la produzione di peptidi antibatterici).

          Mentre un trattamento sia prima che dopo l’infezione influenzale diminuisce l’espressione genetica di citochine infiammatorie come il TNF-alfa, IFN-beta, CXCL8, IL-6 a RANTES ( CCL5), in questo modo provoca una down-regulation del SI ( cioè ne riduce la risposta)  con modulazione  e prevenzione della iperreattività citochinica, come si evince da questa review pubblicata su Nutrition del 2015.

 

   

    

    In Cina hanno fatto dei trattamenti con 10.000 Unita di vitamina D insieme a 10.000/12.000 Unità di vitamina C in vena con una rapida risoluzionein pazienti con grave infezione da COVID.

    La bassa incidenza di infezione da COVID negli infanti si pensa sia dovuta agli alti livelli di melatonina che raggiungono un picco nella prima adolescenza, per poi diminuire dalla pubertà in poi. La melatonina è l’ormone, come abbiamo visto, che ha il picco dal tardo pomeriggio fino alle prime ore del mattino; nel nostro stile di vita attuale abbiamo alterato questo bioritmo, forzando la veglia fino a tarda notte, con l’ uso della TV, dei cellulari, iPOD: la luce blu prodotta da questa tecnologia sopprime la produzione della melatonina. Ecco l’importanza di un sonno ristoratore, Prendendo la melatonina oltre ad aiutare il sistema immunitario abbiamo anche un’azione anti-ossidante: 1-5 mg per addormentarsi, e/o 5-20 mg a rilascio prolungato per rimanere addormentato.

 

 

La melatonina ( promuove la proliferazione cellullare immunitaria,stimola la produzione delle citochine  IL-2

e IL-6) ha un’importanza non indifferente nella regolazione del sistema immunitario: prodotta dall’epifisi

regola a livello timico la produzione dei linfociti T ( immunità innata e acquisita). Da ciò l’importanza estrema

del sonno:

 

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               La Medicina Funzionale usa anche una terapia modulante il SI con peptidi come la timosina alfa-1 in infezioni virali,come questa del COVID.   

Gli anziani possono avere deficit di Zinco, in quanto non assumono cibi ad alto contenuto proteico, provocando un mal funzionamento del SI, che può essere revertito con l’ assunzione del minerale come cibo o come supplementi ( importante il rapporto con il Rame). Ma anche i vegani e vegetariani possono avere bassi livelli di zinco che possono assumere con i cibi vegetali come legumi, noci, semi, anche se l’assorbimento è minore rispetto allo zinco contenuto nei cibi animali.

Lo zinco viene studiato come trattamento per il COVID-19