MIRACOLI
HomeMi presentoPreferitiFotoCollegamentiContattaciArticoliCorsiPubblicazioniNewsLibri consigliatiCONSULENZECONF.-CONV.TQEMEDITAZIONICORSI DVDsSCUOLAMP3BACHECAINVESTI

..........

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1°Parte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una remissione miracolosa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Parigi,il papa ed una piccola ragazza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le cinque regole

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2° Parte

Guarigione da una paralisi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perchè abbiamo paura dei miracoli?

LA MISURA DEI MIRACOLI

di Larry Dossey ( www.dosseydossey.com)

Prefazione al libro Coyote Healing di

Lews Mehl- Madrona

Psicologo Clinico

                                         http://www.gotoit.com/titles/coyhea.html#Excerpt

 

 

IL libro del Dr. Madrona si rifà alle tecniche di guarigione spirituali degli indiani di America, tracciando delle metodiche di guarigione che vanno dalla accettazione della malattia alla scoperta della fede, della speranza e della serenità, anche quando una cura sembra impossibile. Molti ( circa 100 ) i casi di guarigioni miracolose.

 

 

I miracoli non finiranno mai. Ma gli scienziati si sentiranno liberi di studiarli apertamente?

 1° Parte

         Dai primordi della scienza, quattro secoli fa, gli intellettuali non se la sentivano di avere a che fare con i miracoli.

         Addirittura nel periodo dell’Illuminismo, del 18° secolo, chi credeva nei miracoli veniva considerato un traditore della ragione:        ” Annientate l’infamia” era la frase che Voltaire nella Francia del 18°Secolo proferiva verso chi ammetteva le guarigioni miracolose. Persino Thomas Jefferson  si sentiva imbarazzato riguardo ai miracoli. Il filosofo Michael Grosso afferma che : “ Egli era tanto dittatoriale quanto il Grande Inquisitore quando pubblicò una versione della Bibbia in cui eliminò tutte le referenze ai miracoli!”.

         Freud prese più tardi il tamburo anti-miracolo e lo tessè nella sua psicologia in opere come Il futuro di un'illusione. Per Freud, i miracoli erano come  " fronzoli spirituali... e la religione è una mossa simulata , un orsacchiotto  per neurotici,  un fracasso anti-realtà - in breve, un'illusione ".

         Con questo modo di pensare, il concetto del miracoloso trova molta resistenza nel campo medico attuale. I materialisti ad oltranza, che hanno voce in capitolo nelle professioni sanitarie, credono che l’idea di un miracolo sia assurda.

         Essi sono convinti che tutti gli eventi in natura dipendono dalle cosiddette leggi rigide, che, dicono, non possono essere violate. Poichè i miracoli richiedono una temporanea sospensione della legge naturale, non possono esistere. Altri suggeriscono che, essendo la nostra conoscenza delle leggi della natura incompleta, bisogna essere cauti nel dichiarare ciò che può e non può succedere.

         Un altro modo di vedere ammette  che Tutto è un miracolo. David Ben-Gurion la mette così: “ Per poter essere un realista, devi credere nei miracoli “.

         I miracoli possono accadere? Sir William Osler, considerato il padre della moderna medicina occidentale, ha detto : “ La letteratura è piena di esempi di notevoli guarigioni  attraverso l’influenza dell’immaginazione, che è soltanto una fase attiva della fede……..I fenomeni, persino quelli che potrebbero  essere definiti guarigioni miracolose, non sono rari. Come altri, ho avuto casi  ciascuno dei quali , sotto adatte condizioni, sarebbero  potuti essere degni di un santuario o avrebbero  potuto essere il germe di un pellegrinaggio.” Osler sapeva che potevano accadere eventi maestosi che sfidavano ogni probabilità, totalmente inaspettati, stimolanti un senso di reverenza e una connessione con un qualcosa di trascendente che è immensamente più grande e più saggio di noi stessi.

    Una remissione miracolosa

          In cosa consistono le cosiddette cure miracolose? Vediamone degli esempi.

          Nel 1962, Vittorio Michelli, un uomo italiano di mezza età, si ricoverava all’ospedale militare di Verona, per una larga sporgenza dolorosa al gluteo sinistro, che data l’estensione particolare, rendeva impossibile il movimento dell’anca. Ai raggi X si evidenziava la distruzione delle ossa e dell’articolazione dell’anca. L’esito della biopsia fatta a Maggio dava un carcinoma a cellule fusiformi. Non potendo operarlo, fu immobilizzato in un mezzo di plastica e portato al centro regionale di radioterapia. Quattro giorni più tardi veniva dimesso, sebbene non avesse ricevuto nessuna radioterapia, e portato all’Ospedale Militare di Trento. Per dieci mesi non ricevette nessun trattamento e le sue condizioni peggioravano sempre più, per la distruzione progressiva dell’osso e la progressiva perdita di movimento attivo con l’arto inferiore sinistro.  In quel periodo, Michelli era letteralmente messo da parte, con la massa tumorale che continuava ad espandersi, erodendo l’osso e le strutture di supporto che tenevano la gamba sinistra attaccata al resto del corpo.

         Il 24 Maggio 1963, circa un anno dalla prima diagnosi, emaciato ed incapace di nutrirsi, fu portato da amici a Lourdes. Deve essere stato un viaggio molto difficile con il Michelli immobilizzato in quella scatola di plastica. Appena arrivati, i suoi amici lo hanno bagnato nelle acqua sacre. Dopo questo bagno sacro, cominciò a provare delle sensazioni di calore che si muovevano per tutto il suo corpo, come pure un immediato ritorno del suo appetito e un recupero di energia.

         I suoi amici lo riportarono allora all’Ospedale di Trento, ancora in quell’impalcatura di plastica, dove  cominciò a riguadagnare peso e divenire sempre più attivo. Un mese più tardi, i medici si decisero a togliere l’impalcatura e eseguirono un’altra radiografia che dimostrava una netta riduzione del tumore, che progressivamente andò a scomparire. Radiografie seriali dimostrarono un evento sorprendente: l’osso distrutto ricominciò a ricrescere e a ricostruirsi completamente. Due mesi dopo il suo viaggio a Lourdes, Vittorio Michelli uscì per fare la sua prima passeggiata. Questo è ciò che hanno affermato i medici che lo hanno seguito: “ E’ avvenuta una ricostruzione notevole dell’osso iliaco e della relativa cavità. Le radiografie eseguite dal 1964 al 1969 confermano categoricamente e senza alcun dubbio che è avvenuta una ricostruzione ossea mai vista e persino notevole, le cui caratteristiche  sono di un tipo sconosciuto negli anali del mondo medico. Noi stessi, con tutta la nostra esperienza nel campo oncologico osseo, e nella carriera universitaria e clinica, con all’attivo centinaia di casi trattati, non abbiamo mai incontrato una ricostruzione spontanea ossea di tale natura.”

         “ E’ stata indagata una possibile spiegazione della guarigione, ma non è stato trovato nulla. Non ha fatto nessun specifico trattamento, inoltre non ha avuto nessuna infezione che avesse potuto influenzare l’evoluzione del cancro. Si è ricostruita del tutto una articolazione completamente distrutta, e senza nessun intervento chirurgico. L’arto inferiore che era inutilizzabile divenne normale, la prognosi è indiscutibile, il paziente vive ed è in uno stato florido di salute nove anni dopo il suo ritorno da Lourdes.

Parigi, il Papa ed una piccola ragazza.

 

         Questo caso è stato dichiarato un miracolo dalla  Commissione Medica Internazionale di Lourdes nel 1970 e fu riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa Cattolica un miracolo nel 1976. La commissione è costituitala circa due dozzine di membri provenienti dall’Europa occidentale e dall’Inghilterra, rappresentati da un’ampia varietà di specialisti come Medici Generici, Chirurghi, Ortopedici, Psichiatri, Radiologi, Dermatologi, Oftalmologi, Pediatri, Cardiologi, Oncologi e Neurologi. Quasi la metà sono responsabili di scuole mediche. La Commissione si incontra ogni anno a Parigi per indagare le guarigioni. Ad ogni stadio, viene data molta attenzione alla documentazione che include dati di laboratorio e biopsie. Per non scartare la guarigione, non deve esserci stato nessun intervento fisico che avesse provocato una risposta favorevole. Inoltre è essenziale  la completezza e l’improvvisa risposta, come pure il controllo a distanza di tempo della guarigione. La domanda finale è: La guarigione di questa persona rientra in un fenomeno che è contrario all’osservazione e alle aspettative del sapere medico ed è anche inspiegabile dal punto di vista scientifico?

         Non è facile identificare un miracolo in una guarigione. Nel 1735 Il Cardinale Lambertini, che più tardi divenne Papa Benedetto XIV, stilò le cinque regole che hanno tenuto testa sino ad ora:

1)     La malattia deve essere grave, incurabile e non rispondere ad alcun trattamento

2)    La malattia non deve aver raggiunto uno stadio dove la guarigione ne sarebbe una conseguenza

3)    Non devono essere state prescritte terapie, o se lo sono state, devono aver avuto  uno scarso effetto. ( Oggi è difficile trovare casi che non hanno avuto terapie; quindi  questa regola viene reinterpretata nel senso che  l’esclusione del paziente avviene quando  ha ricevuto un terapia potenzialmente curativa, a meno che  quel trattamento non abbia dimostrato un sicuro fallimento ).

4)   La guarigione deve essere improvvisa e raggiunta istantaneamente. ( Questo criterio è stato esteso  anche alle guarigioni che si presentano dopo un  periodo di giorni)

5)    La guarigione deve essere completa e non parziale o incompleta

                Prendiamo un altro caso, quello di Delizia Cirolli, una bambina di un paesino sulle falde dell’Etna, che è stato studiato dalla Commissione Medica Internazionale di Lourdes nel 1982. All’età di 12 anni consultò un medico per un gonfiore al ginocchio. Un radiografia mostro un’alterazione all’osso, per cui fu portata per un consulto alla Clinica Ortopedica di Catania. Ad una biopsia risultò una metastasi ossea da neuroblastoma. Alla richiesta di amputazione, la famiglia si rifiutò. Allora gli fu consigliata la radioterapia, ma Delizia, essendo  molto scossa da questa terapia, convinse i suoi genitori a portarla a casa senza trattamento. Anche un consulto a Torino risultò in un’assenza di trattamento.

         Il maestro di Delizia propose di portarla a Lourdes, e fu fatta una colletta fra i conoscenti per affrontare il viaggio.  Nell’Agosto del 1976 Delizia e sua madre arrivarono a Lourdes; qui la ragazza  eseguì per quattro giorni le cerimonie relative, pregò nella Grotta e si bagnò nell’acqua. Comunque non ci fu nessun miglioramento, come dimostrato dalle radiografie eseguite il mese successivo dove il tumore continuava ad espandersi. Delizia peggiorò rapidamente e i suoi genitori pianificarono i suoi funerali. Ma a dispetto di ciò, i paesani continuavano a pregare la Nostra Signora di Lourdes per la sua guarigione, e sua madre continuava a darle l’acqua di Lourdes.

         Subito prima di Natale, Delizia annunciò che voleva alzarsi dal letto e uscire fuori, ed è ciò che fece senza nessun dolore, ma fu incapace di prolungare il suo movimento data la profonda debolezza fisica. Pesava soltanto 24 chili. Il gonfiore del ginocchio sparì,  e le sue condizioni di salute si normalizzarono.

         Il Luglio seguente Delizia ritornò a Lourdes per presentarsi alla Commissione medica. Studi a distanza hanno dimostrato l’assenza ulteriore del tumore. Comunque, l’esatta diagnosi risultava difficile. I vetrini originali erano stati visti da eminenti istologi francesi, e l’opinione era divisa fra un neuroblastoma indifferenziato e un tumore di Ewing. Nell’uno e nell’altro caso, la sua risposta fu notevole.

                            Al tempo in cui Delizia  fu analizzata clinicamente, “ era  stata vista la remissione spontanea dei neuroblastoma, ma molto raramente e mai dopo l’età dei 5 anni……mentre la remissione spontanea del tumore di Edwing non era stata mai evidenziata. “.

 Continua...................

 2° Parte:

Guarigione da una paralisi.

Una delle più notevoli guarigioni avvenute negli ultimi anni in America è stata quella della suora Rita Klaus, che a vent’anni fu colpita dalla sclerosi multipla. Non essendo in grado di espletare le mansioni della vita di convento, le furono tolti i voti,  terminò i suoi studi in biologia per diventare una maestra di scienze in una scuola superiore fuori Pittsburgh.

Si sposò ed ebbe tre bambini. La sua malattia progrediva in modo rapido, tanto che fu costretta alla sedia a rotelle, con completa paralisi di entrambi i piedi e delle caviglie. Le sua gambe erano soggette a contratture e spasticità con  deformazioni strutturali, insieme ad un dolore da sciatalgia intrattabile. I medici, essendo certi che non avrebbe più camminato, tagliarono chirurgicamente i tendini delle sue gambe che mantenevano a posto le sue rotule. Ciò le permise di arrancare per brevi tragitti nella sua casa con sostegni allungati per le gambe e stampelle per le braccia.

Sebbene fosse stata in passato una suora religiosa, le sue convinzioni spirituali si erano sciolte come palle di neve in un forno caldo. Lei diceva: “ Sono un mucchio di sciocchezze; Dio non interviene nell’ordine naturale. Ogni volta che vedo questi predicatori televisivi insinuarsi, mi sento come vomitare.”

         Sebbene lei non sentisse più le sue precedenti convinzioni religiose, permetteva a suo marito di portarla in chiesa dove avvenivano guarigioni, durante le quali lei riceveva preghiere, veniva toccata e abbracciata.

         Lei provò “ la più strana esperienza……..C’era proprio una luce bianca, un assoluto sentimento di amore come non l’avevo mai provato che fluiva attraverso me, mi sentivo perdonata e in pace. Non ero fisicamente guarita, ma avevo la pace nel cuore, e sapevo di essere amata e che potevo superare ogni cosa" .

         La sua malattia peggiorava con passare degli anni, infatti per i dottori non c’era nessuna speranza di miglioramento ed inoltre sia i nervi che i tessuti erano ormai danneggiati irreversibilmente. Ma negli anni seguenti la sua fede ritornò e riprese le sue preghiere. Poi una notte sentì una voce che le accordò l’invito di essere guarita. Il giorno dopo appena sveglia andò sulla sedia a rotelle nella sua classe dove insegnava e cominciò a percepire negli arti inferiori una sensazione di calore e di prurito. Con sua grande sorpresa si accorse di poter muovere le dite dei piedi. Pensando che potessero essere spasmi muscolari, non tentò neanche di muoverle.

         Dopo, quando arrivò a casa, si piegò per rimuovere i sostegni delle gambe e notò che la sua rotula destra, che era stata in una posizione deformata, laterale, da quando i tendini erano stati recisi, in qualche modo si era spostata indietro nella sua posizione normale. In seguito disse. “ Mi ricordo che gridavo, “ Mio Dio, mio Dio, la mia gamba si è raddrizzata!” Dopo disse a se stessa, avendo tolto i rimanenti sostegni, i calzini e la maglietta: “ Se sono guarita, posso  salire le scale!”- e così fece, salendo tutti i tredici scalini. La sua prossima  avventura avvenne fuori casa. Attraversò il bosco, saltò su un torrente, e ritornò coperta di foglie e fango, dopo chiamò il suo prete, gridando: “ Sono guarita, sono guarita!”. Il povero uomo pensò che fosse diventata matta. “ Voglio che ti siedi, ti calmi, prendi qualche aspirina e chiami il tuo medico, “ le balbettò. Ancora balbettando, lei chiamò una sua amica  che accorse subito e piansero insieme di gioia. Il successivo lunedì suo marito la condusse al centro riabilitativo dell’ospedale. Hirshberg e Barash descrivono ciò che accadde: “ I medici che si riunirono per esaminarla erano sbalorditi. Appena le infermiere corsero a prendere le sue cartelle cliniche, guardarono a bocca aperta e allungarono il collo: le reazioni dei medici erano molto diverse fra loro: “ Uno dei miei medici  mi vide e cominciò a ridere.  Pensò che avrei dovuto avere una gemella con cui gli avevo fatto uno scherzo.”  Il suo neurologo era molto arrabbiato. Diceva che non esiste nessuna cura per la Sclerosi Multipla, né esistono i miracoli. Chiamò inoltre l’Ospedale dicendo che ero un impostore e una ingannatrice.”

         Non sembra esserci stato nessun dubbio  sulla guarigione di Klaus. Il Dr. Donald Meisner la visitò e non trovò tracce della SM. Quando si diffuse la notizia della guarigione, egli disse ad un quotidiano locale: “ Le remissioni spontanee della SM sono possibili. La sola cosa che in questo caso non quadra è che il danno permanente, formatosi durante la malattia, non andrà mai più via. Nel caso di Rita, ogni dato che si poteva osservare suggerisce che è tornata completamente alla normalità.

          Diversamente dal fastidio emozionale avuto da qualche medico, altri colleghi erano felici della guarigione di Rita. Il suo urologo, che l’ultima volta l’aveva vista con una vescica gonfia, ed incontinente, riesaminandola confermò che l’organo era ritornato alle funzioni normali. Egli disse che non vi era nessuna spiegazione a questi fatti, e che era la cosa più bella  che avesse mai visto in tutti i suoi anni di pratica medica, e poi scoppiò a piangere.”

         Hirshberg e Barash ottennero solo uno dei rapporti neurologici che furono stilati in quel periodo. Esso dice: “ Totalmente indipendente da ogni equipaggiamento protesico…….Lei ha acquisito una forza completa ad entrambe le estremità inferiori……..I suoi riflessi tendinei profondi sono tutti simmetrici e normali………Una notevole guarigione, tale che non saprei dove immetterla in questo breve periodo di tempo. La paziente non si stancava di dimostrarmi quanto stesse bene……Sono molto felice…….”

         La storia di Rita Klaus è indicativa. Mette in evidenza un’ampia reazione da parte della classe medica quando si è di fronte a guarigioni inaspettate, di tipo miracoloso, che vanno dalla gioia alla confusione, avversione e orrore.

Perché abbiamo paura dei miracoli?

Queste diverse reazioni emozionali sono uno dei motivi per cui non vengono riportati sui giornali medici tutti i casi di guarigioni miracolose, come il caso di Ann O’Neil di 4 anni, che fu ricoverata in ospedale per leucemia linfatica acuta durante la settimana di Pasqua a Baltimora, nel 1952. In quel periodo questa malattia era fatale al 100 %. Il prete le aveva dato l’ultima benedizione, e sua zia le aveva preparato l’abito di sepoltura, un abito lungo cucito a mano di fine seta gialla. Quando l’infermiera della pediatria chiese ad Ann se le piacesse andare in paradiso, l’energica madre rispose: “ No, sorella, non ancora.” Il Dr. John Healy, in quel tempo interno in pediatria, ha ricordi vividi della completa fede della mamma di Ann: “ Non ha mai messo in discussione neanche per cinque secondi che la sua ragazza non potesse migliorare “. Subito dopo, i genitori di Ann l’avvolsero e la portarono fuori dall’Ospedale mentre pioveva, per andare al cimitero dove era seppellita una suora Cattolica molto riverita, Madre Elizabetta Sethon. Arrivati alla tomba, vi stesero la figlia e, circondati da suore che pregavano, le chiesero la guarigione.

         Ritornati pochi giorni dopo all’Ospedale, gli esami del sangue non mostrarono nessuna traccia del  tumore. I medici erano sconcertati. Quando la notizia di un apparente miracolo giunse a Roma, gli investigatori del Vaticano andarono a Baltimora per vedere con i propri occhi. Nove anni dopo, la Chiesa insistette che Ann fosse sottoposta ad una biopsia del midollo osseo per confermare la guarigione. In quel periodo era supervisore alle indagini il noto patologo della Harvard, Sidney Farber, che è stato fra i fautori del primo efficace trattamento della leucemia.

         Hirshberg e Barach descrivono così  la catena di eventi successivi: “ Il Papa dichiarò il caso di Ann un miracolo, e non molto tempo dopo canonizzò come santa americana Madre Seton. C’è una spiegazione scientifica? Milton Sacks, uno dei più eminenti ematologi della nazione e medico di Ann, testimoniò al tribunale Vaticano che in ogni caso, date le ulcerazioni sanguinolente al collo e alla schiena, la grave anemia, e la febbre molto alta, Ann non avrebbe potuto sopravvivere ad una malattia fino a quel momento “ inesorabilmente fatale “.

         Stranamente, questa guarigione non è stata mai menzionata nella letteratura medica.. L’ematologo Milton Sacks riportò in un intervista del 1993 al Washinton Post: “ Il solo motivo per cui questa guarigione non è stata scritta è che io ne ero spaventato.”

         Perché questa proibizione? Harris Dienstfry, editore di Advances, un giornale che tratta gli argomenti mente-corpo in relazione alla salute, afferma: “ Il problema particolare con le guarigioni miracolose è che nessuno sa cosa farne. Affinché una di essi venga pubblicata su giornali medici, deve soddisfare determinati canoni teorici stabiliti. Ma non esiste ancora una teoria, e il contesto è creato soltanto da recensioni su giornali medici. La domanda è: “Come decide la comunità medica ciò che deve essere studiato e recensito? O , messo in un altro modo, Cos’è un accettabile livello di mistero?”

         Un’obiezione che ricorre di frequente nel discutere le guarigioni miracolose, è che esse creano false speranze. Naturalmente è possibile creare  una falsa speranza quando ci si focalizza sul miracoloso. Ma la stessa intenzione può essere manifestata con ogni altra terapia. Ogni intervento può essere sopravalutato, come la penicillina, che è unitile in molte infezioni batteriche, incluse una sempre crescente percentuale  di malattie dove una volta veniva considerato un “ farmaco miracoloso “. O prendiamo in considerazione l’esercizio fisico che  può avere effetti gravi, persino letali, e vari effetti collaterali. Creiamo false speranze quando diciamo che l’esercizio fisico fa bene? Dovremmo cessare di consigliarlo perché certe persone vanno incontro a dolori alle ginocchia oppure muoiono mentre fanno jogging?

         Jeanne Achterberg e  G.Frank Lawlis, ricercatori del rapporto mente-corpo, hanno passato un totale complessivo di mezzo secolo insegnando strategia di ricerca e statistica agli studenti in medicina, e hanno lavorato anche come responsabili dei fondi al National Cancer Institute( l’Istituto Nazionale Oncologico  Americano, NdT ). Secondo il loro punto di vista: “ Privare i pazienti oncologici di qualsiasi trattamento che si accorda con il loro modo di vedere o con il loro sistema di credenze e che sia probabilmente d’aiuto ( al peggio, benigno ) è una cosa non etica, inumana e sgarbata……..Rispettare i fattori psicosociali creerà una scienza molto diversa, una differente psicologia, e una diversa medicina.”

         Ci sono naturalmente i dissenzienti. Per quei professionisti sanitari che semplicemente non possono immaginare come la speranza possa essere protratta senza creare colpe, dovrebbero avere il dovere morale di considerare un altro modo di svolgere la loro porfessione – riparare non esseri umani, ma forse automobili o computer, dove la speranza e il pensiero positivo non sono poi così importanti.

Cosa ci dicono i miracoli? Perché ne abbiamo di bisogno?

          Il filosofo Michael Grosso dice: “ Il nostro modo di vedere il mondo è diventato così  indurito, cosi refrattario al mistero dell’essere, che abbiamo bisogno di essere confusi dai miracoli. Sembra quasi come se qualche Mente là fuori biricchina avesse il piacere di scioccarci e sorprenderci, come se voglia disarmare il nostro arrogante intelletto. Gli ignoranti, dal loro punto di vista ben lontano della psiche e della scienza, li chiamano “ anomalie”- io preferisco parlare dei miracoli come di fuorilegge metafisici – mantengono il nostro sistema concettuale flessibile e aperto a tutto.Impediscono che le nostre arterie concettuali si ispessiscano. Inoltre ispirano meraviglia e mantengono l’anima giovane.”

         I critici spesso dicono che quelli che  credono nei miracoli sono così infelici nelle loro vite mondane e ordinarie, che con facilità sono dominati dalle illusioni, fantasie, e da vaghi impulsi religiosi. Ma perché è una cosa brutta credere in “ qualcosa oltre “ , cogliere nell’universo una qualità trascendente, divina? Come dice Grosso: “ Molti affermano che il nostro modo di vedere il mondo è stato denudato, è stato reso monodimensionale  dai riduzionisti meccanicistici, essendo stato svuotato della sua profondità, colore e anima. Il regno dei miracoli ha qualcosa da offrire a questa ontologia depressa. L’immaginazione spirituale ci illumina con un fresco bagliore metafisico, una volta che noi ammettiamo che un fattore…….miracoloso sia diffuso. Dato questo fattore, diviene possibile un nuovo spirito di ottimismo; per esempio, avremo il diritto a credere che  le guarigioni miracolose siano parte della possibile natura in cui viviamo.

         E che cos’è questa “ possibile natura “? Grosso continua così: “ In generale, i miracoli puntano verso una maggiore libertà dalle costrizioni della realtà fisica. E’ come se i miracoli – il loro apparente impulso a trascendere la morte, il tempo, lo spazio e la materia – vogliano creare un nuovo ambiente, una nuova nicchia dell’essere per la prossima tappa della nostra avventura evolutiva.  E qual' è questa avventura? Progredire verso una sempre più maggiore somiglianza a Dio. Mettere insieme un quadro composto dove sembrano convergere tutti i poteri straordinari e i miracoli, ed emergere un nuovo modello umano, un’ apertura ad un nuovo ambiente. I miracoli non sono affatto una acrobazia iperfisica stimolante; la loro importanza sta nel fatto che preannunciano una rivoluzione nella nostra comprensione della struttura della stessa realtà umana.

         Una domanda, ancora senza risposta scientifica, che ogni bambino si chiede meravigliato è: “ Perché esiste ogni cosa? Perché c’è qualcosa piuttosto che il nulla? Gli scienziati si avvicinano a queste stesse domande ogni qualvolta  si chiedono: “ Cosa esisteva prima del Big Bang, l’esplosione primordiale che segnò l’inizio dell’universo? La risposta che in genere viene data è: “ nulla”.

Con un qualsiasi  sforzo immaginativo, questo è il più grande miracolo che possa essere mai concepito.

       Se gli scienziati vogliono credere che qualcosa di stupendo, qual è l’intero universo, provenga dal nulla, è difficile immaginare ciò a cui loro non crederebbero. Se gli scienziati ammettono i principi della moderna cosmologia circa le origini dell’universo, perché dovrebbero attaccare quando un semplice cancro compare per poi scomparire, quandoviene bagnato con della semplice acqua benedetta?

         Gli scienziati moderni stanno nuotando in un vero e proprio oceano di miracoli, senza che la maggior parte di loro se ne rendano conto.  La scienza ha i suoi Dei – materia, energia, spazio –tempo – e questi Dei possiedono qualità che sono tanto miracolose quanto tutto ciò  che la religione imputa al Divino. Per esempio, gli scienziati parlano della caratteristica eterna e immutabile delle leggi naturali, della indistruttibilità della materia e dell’energia, e dell’invarianza spazio-tempo o dell’onnipresenza delle leggi fisiche. In un contesto religioso questi sarebbero considerati attributi dell’Assoluto.

         Qualche volta uno scienziato – spesso un grande scienziato – consapevolizza che ogni cosa è pervasa dai miracoli. Einstein è uno di questi. E’ famoso per aver detto :” Ci sono due modi di vivere la propria  vita: come se niente fosse un miracolo o come se tutto invece lo sia”.

         Forse ci troviamo al limite di una trasformazione del dibattito sul miracoloso. Oggi la scienza è brulicante di nuove idee sulla natura della  Coscienza, quel Grande Mediatore del miracoloso, e sul suo ruolo nel mondo fisico. Un sempre crescente numero di scienziati stimati attribuiscono alla coscienza e all’intenzione umana il potere di mediare cambiamenti nello stato attuale del mondo fisico. Man mano che queste vedute saranno sempre più conosciute, le guarigioni miracolose cesseranno di sembrare scientificamente meno blasfeme, e più scienziati si sentiranno liberi di studiarle.

         Nel frattempo quelli che credono nella possibilità  delle guarigioni miracolose dovranno essere pazienti. I miracoli sopravvivranno; le teorie attuali no. Lo studio dei miracoli può trasformare e arricchire la scienza.

         Quando ci imbattiamo in una guarigione insospettata, spettacolare, che va oltre la nostra attuale comprensione, non occorre che ci tormentiamo se è realmente stato o no un miracolo. Possiamo essere grati che l’evento sia successo, possiamo impegnarci per una maggiore comprensione di ciò che è avvenuto. Se siamo fortunati, potremmo scoprirlo. Se non lo siamo, possiamo essere grati che l’universo si comporti in modi generosi.

 

 

 

 

 

 

 

[Home][Mi presento][Preferiti][Foto][Collegamenti][Contattaci][Articoli][Corsi][Pubblicazioni][News][Libri consigliati][CONSULENZE][CONF.-CONV.][TQE][MEDITAZIONI][CORSI DVDs][SCUOLA][MP3][BACHECA][INVESTI]